martedì 31 luglio 2012

Franca Valeri





Nei giorni scorsi , mentre preparavo il post su Donna Letizia, mi è venuta voglia di comprare il libro di Franca Valeri " Il diario della signorina snob", illustrato, appunto, da Colette Rosselli. All'epoca mi era sfuggito.... Ascoltare dal vivo è tutta un'altra cosa, quindi la lettura è stata un po' deludente, anche se le illustrazioni da sole sono valse la pena dell'acquisto.
La voce di Franca, comunque, mi tornava alla memoria, riportandomi a quegli anni sessanta in cui appariva in televisione a Studio uno, tenedoci incollati al piccolo schermo con la signorina snob, la signora Cecioni o la  Cesira manicure. E mi è venuta voglia di saperne di più su questa signora che, a novantadue anni è ancora sulla breccia come una trentenne.
Per quanto riguarda la sua vita, lo pseudonimo, le frequentazioni intellettuali e il suo lavoro, vi rimando a Wikipedia.


Ho trovato, invece, un'intervista rilasciata a Paolo Di Stefano del   Corriere  della sera nel gennaio 2011, in occasione dell'uscita del  libro autobiografico "bugiarda no, reticente", che ci fa capire, forse, la sua personalità e  il segreto del suo spirito.
Eccone qui uno stralcio:




In Bugiarda no, reticente, l'autobiografia appena uscita da Einaudi, il setaccio del suo dichiarato pudore lascia passare alcuni ricordi-chiave: «Tra papà e mamma è stato un matrimonio perfetto, anche se nella memoria individuo episodi per cui oggi una donna divorzierebbe ritenendosi vittima del maschilismo. Mia mamma sapeva ovattare.........

In sua madre, dice Franca Valeri, l'intelligenza coincideva con la disponibilità. Quella che non vede nelle donne d'oggi: «Non apprezzo l'atteggiamento delle donne: la libertà anche sessuale non comporta l'esibizione. Fanno troppo chiasso. Nella mia vita ho sempre avuto molta simpatia affettuosa per gli uomini e loro non mi hanno mai prevaricata». Sorride alzando gli occhi al cielo: «Il fatto che fossi una donna che si era affermata da sola mi dava un privilegio. Ora è diverso. Se prima l'uomo era troppo padrone, adesso le lascia fare troppo... Non ha mai saputo avere un giusto equilibrio»............

Pur non essendo madre, Franca Valeri ha sensibilità sufficiente per cogliere i cambiamenti, da quando lei era figlia: «È importante che i genitori abbiano i pregi e i difetti della propria generazione, in modo che i figli scoprano la loro. Per i figli è essenziale avere rispetto e ammirazione. Mio padre non era accondiscendente, mi ha fatto giustamente opposizione. Il permissivismo è deleterio, nasconde un disinteresse. Così, oggi i giovanissimi devono inventarsi da soli e qualcuno è anche bravo. Quando i genitori dicono che i figli sono ingovernabili, è una scusa»...........

Che tipo di educazione ha ereditato dai suoi genitori? «Quella che sono. La sincerità e soprattutto il rigore, il disprezzo per il disordine organizzato e per la bruttura estetica. La cultura porta anche all'eleganza, morale per lo meno. Adesso la società è sgradevole, non esiste. La maleducazione è attuale e la superesibizione di sé è un'idea secondo me sbagliata di libertà. La borghesia per me era una conquista importante, uno status morale più che sociale, libertà di pensiero e di educazione. Cose che oggi sono al tramonto. Un tempo c'era una società che aspirava a essere più colta, oggi è quasi il contrario»..............

 Il dormiveglia, ma anche l'insonnia come verifica del ricordo, è un leitmotiv del suo libro. Nessuna paura del buio, neanche negli anni in cui la famiglia Norsa era nel mirino delle persecuzioni ebraiche: «Per una ragione evidente che fa parte del tessuto dell'uomo, papà e mio fratello erano i più sconvolti. Io ero di una spavalderia indecente. Ho visto subito in questa enormità, nella guerra e nell'alleanza con il nazismo, l'unica speranza della fine. Non ho creduto un secondo che vincessero i tedeschi»......
 «Una volta c'era più rispetto e interesse per gli artisti e per il teatro. Adesso, diversamente che in Francia o in Inghilterra, da noi non c'è il nuovo, le uniche teste straordinarie sono quelle degli scienziati. Il teatro è fermo, si cerca di raspare nei classici che ormai sono dilaniati, non si sa più come proporli. Io ostinatamente propongo una nuova commedia mia, ma è l'ostinazione di una vecchia signora».



Una vecchia signora che rivede il proprio passato come «un luogo molto bello da ricordare, un libro importante che ogni tanto riprendi in mano e rileggi volentieri». Un libro ricco di episodi e protagonisti. C'è la bambina che frequentava la Scala: «Grazie a un amico dei miei genitori, Paolo Buzzi, che faceva parte della squadra futurista... Era un appassionato di opera e suonava il pianoforte. Avevo 6 o 7 anni, quando mi portava alla Scala. Essendo un pezzo grosso, aveva un palco della Provincia proprio sopra l'orchestra, mi sembrava di poter toccare il palcoscenico». Un incontro fortuito con il vecchio Petrolini: «Era alla cassa del teatro Puccini, con un gran cappotto di cammello, non avevo ancora 7 anni, si è chinato a guardarmi e mi ha presa in braccio». E poi il cinema. Una splendida estate a Positano per girare Leoni al sole con Vittorio De Sica: «Era il mio idolo. Non era un uomo di cultura, ma talmente intelligente, acuto e ironico. Sono sicura di non avere maestri, ma se da qualcuno ho imparato qualcosa, è da lui. Aveva quella naturalezza che non è piatta verità, è la verità di chi recita». La stessa naturalezza di Franca Valeri? «Non è un dono, è una cosa che ho fatto mia, è la sintesi... Mi riconosco l'orecchio per sentire quando una cosa deve finire, è una dote musicale. Certi cantanti quando imbroccano un acuto non la finiscono più. A un certo punto dici: basta!».........



http://www.corriere.it/cultura/11_gennaio_17/franca-valeri-di-stefano_cbab9ffe-2204-11e0-83ff-00144f02aabc.shtml

lunedì 30 luglio 2012

Cicely Barker



Angelo ha già parlato di lei, nel suo blog, in aprile; non voglio fare un doppione, ma non vorrei che questa illustratrice mancasse nelle mie pagine. I suoi disegni sono talmente tanti, che cercherò di proporre qualcosa di un po' diverso.




Cicely nacque a Croydon, Inghilterra, il 28 giugno 1895. Ebbe una salute fragile, da bimba soffrì di epilessia, e non fu in grado di seguire le scuole pubbliche, per cui ricevette un'istruzione casalinga e passò molto tempo in solitudine, disegnando, ma la sua infanzia, a parte la malattia, fu sicura e felice. 


Il padre, artista egli stesso, incoraggiò il talento della ragazza, la iscrisse a corsi per corrispondenza e la presentò alla Croydon Art Society, di cui fu il membro più giovane.
Il suo lavoro fu influenzato dalla corrente dei preraffaelliti; ella credeva nella" verità della natura" e, nel dipingere i suoi fiori, prendeva spunto dalla realtà, chiedendo spesso agli addetti  dei Kew gardens informazioni per identificare le varie piante.






Anche le sue fate dei fiori erano copiate dal vero, in quanto spesso vestiva da fiore i bambini che frequentavano l'asilo diretto dalla sorella e li prendeva come modelli.
Quando il disegno era pronto, scriveva spesso delle rime per accompagnarlo.







L' interesse popolare verso le fate e l'entusiasmo vittoriano verso le loro storie, che ebbe la sua massima espressione nel racconto di Peter Pan di J.Barrie, ebbe una grande influenza suo disegni di Cicely.








Sembra che perfino la regina incoraggiasse questa moda, mandando ad amici e parenti cartoline che rappresentavano fate e fatine: il mondo era pronto ad accogliere e a dare successo ai libri illustrati dalla Barker, oltre che le sue cartoline coi bimbi-fiore.









I fiori di Cicely sono sempre botanicamente accurati. L'unica libertà che si prendeva era riguardo le dimensioni dei fiori.
Le sue fate non sono eteree e soprannaturali, ma sono bimbi in carne ed ossa le cui caratteristiche le ricordavano quelle del fiore prescelto. Essa stessa crava i costumi che faceva indossare ai bambini, basandosi sulle caratteristiche dei vari fiori. In questo lavoro si riferiva spesso al libro " English costume" di D.C. Calthrop, regalatole dalla nonna Eleanor.



La sua famiglia e lei stessa erano profondamente credenti e parte del suo lavoro è rappresentato da cartoline con angeli, dall'illustarzione di storie  della Bibbia e da altre illustrazioni religiose. Lavori meno famosi, ma non per questo meno belli.









Morì il 16 febbraio 1973 all'ospedale di Worthing.









domenica 29 luglio 2012

ciao zia Nini


Mentre ero in vacanza la zia Nini si è addormentata per l'ultima volta. E' stato un brutto colpo, perchè stava bene e nessuno se lo sarebbe aspettato.
Penso solamente che per lei è stata la cosa più facile. Non così per noi, che ce la ricorderemo sempre così sorridente e porteremo questo sorriso nel nostro cuore.

Grazie



Giorgio ringrazia tutti gli amici che gli hanno fatto  tanti auguri per il suo compleanno.
Grazie mille, ragazzi!

Le figurine - Liselotte Fabig Distling


Un po' di tempo fa, in un mercatino, mi sono imbattuta in una serie di figurine sul tipo di quelle che usavamo da bambine per giocare, però diverse, come stile: non vittoriane, con angioletti e damine, ma....come dire...favolistiche? Infatti alcune rappresentano sicuramente i personaggi delle fiabe. Le ho incollate fra una cartolina e l'altra della mia raccolta e adesso ho tentato di fotografarle per mostrarvele....difficilissimo! Non sono riuscita a far di meglio, ma vi assicuro che gli originali sono molto belli:












































Volevo scoprire chi fosse la disegnatrice, che mi piaceva parecchio e, navigando, ho trovato questo sito:


dove ho scoperto che la disegnatrice è Liselotte Fabig Distling
e queste  sue figurine



Ma non mi bastava! Certamente questa signora avrà illustrato qualcosa d'altro...Ho trovato pochissimo! Un paio di libri , tre cartoline e un calendario dell'avvento. Eccoli:



















queste sono tutte immagini rubate....la prima cartolina e la prima pagina del libro di cui si vede malissimo la copertina, mi sembrano molto belle. Chissà che qualcuno non ne sappia di più e riesca a ragguagliarmi in merito?
Per quanto riguarda le figurine tradizionali, ho trovato un altro blog, o sito, interessante:


peccato che non capisco il tedesco o addirittura il danese, mi pare, altrimenti potrei cercare di contattare qualcuno che ne sa qualcosa.