martedì 10 luglio 2012

Ibisco



l'Ibisco per la bellezza del suo fiore sorretto da degli steli molto esili e per la sua breve durata è stato da sempre considerato il simbolo fugace della bellezza.


Nel linguaggio ottocentesco donare un fiore di Ibisco alla persona amata significava dire "tu sei bella".
In particolare se si donava un ibisco a fiore bianco doppio le si diceva "tu sei leale" mentre se si donava un Ibisco rosso sangue voleva dire "mi hai ferito nel più profondo del cuore


"fiore di ibisco" Lo splendido fiore di ibisco nativo dell’Asia e delle isole del Pacifico, introdotto in Europa nel ‘700 e negli Usa un secolo dopo, è ormai reperibile in quasi tutto il globo con denominazioni e significati diversi a seconda dell’area geografica. L'ibisco – ‘Fiore di un'ora’, ‘Acetosa di Guinea’, ‘Rosa della Cina’, ‘Zinger rosso’, ‘Rosa malva’, ecc. – è ovunque considerato testimonianza di una ‘bella estate’, altrimenti non fiorirebbe. Di conseguenza, il dono di fiori di ibisco augura di trascorrere piacevolmente i mesi estivi. In Europa, deriva dall'era vittoriana (1837-1901) l’attuale significato di ‘bellezza delicata’ attribuito a questo fiore per la sua durata soltanto dal mattino e al tardo pomeriggio. Nel Nord America, è simbolico di avvenenza, fecondità, devozione della ‘sposa perfetta’. Nella lingua giapponese, ‘hanakotoba’ significa ‘dolce’: il fiore di ibisco dà il benarrivato amichevole a qualunque visitatore. Comunemente diffuso nelle isole del Pacifico, il fiore di ibisco è il simbolo dello Stato delle Hawaii dal 1923.


 
 
E’ tradizione donarlo in ghirlande a collana alle autorità statali e ai turisti in segno di benvenuto ospitale e, secondo un’antica credenza popolare, incita a cogliere le opportunità. Le donne hawaiane portano questo fiore tipico tra i capelli dietro l’orecchio sinistro, per mostrare il loro status di single, o dietro al destro, se impegnate, oppure dietro a entrambe le orecchie, quando vorrebbero un nuovo amore pur essendo già accompagnate. In Cina, l’alberello di ibisco (‘Hibiscus rosa-sinensis’) incarna la ricchezza e la fama, mentre il fiore delicato rappresenta la ragazza non sposata. In Corea del Sud, dove il fiore di ibisco (‘Hibiscus syriacus’, ‘Mugunghwa’) è l’emblema nazionale, identifica l’immortalità, nonostante la sua delicatezza, l’amore perpetuo nei matrimoni e l’invincibilità militare in guerra. Nel culto indù, è offerto alla dea Kali e a Ganesha. Introdotto sulla penisola malese nel XII secolo, l'ibisco cinese (‘Bunga Raya’, ‘fiore della festa’) è il simbolo della nazione (dal 1960), coniato e stampato su monete e banconote che, con i petali rossi, rappresenta la vita, il coraggio e la rapida crescita del Paese.


Il fiore colorato e luminoso di ibisco è il tatuaggio tribale più rappresentativo delle isole Hawaii: simbolo di grande potere e rispetto, in bianco equivale a purezza e illuminazione interiore, in viola a ricchezza. Da migliaia di anni, l’arte tradizionale tatoo polinesiana riprende gli elementi naturali (acqua, animali, fiori, ecc.) hawaiani; si è diffusa ovunque con interpretazioni moderne appassionando i giovani, soprattutto le ragazze. Ogni membro delle tribù hawaiane era tatuato in segno di appartenenza con la tecnica tradizionale ‘Kakau’ a inchiostro nero (succo di canna da zucchero con noci kukui) per ottenere felicità e benessere dagli dei.


Oggi i tatuaggi esotici del fiore di ibisco, appariscente e dai colori vivaci, soprattutto giallo (tra i disponibili rosso, arancio, rosa, bianco, verde, lavanda, blu, viola), sono richiesti per la bellezza della forma semplice (cinque petali liberi uniti alla base a tromba), di grande versatilità su diverse parti del corpo maschile e su fondoschiena, ombelico, anca e polso femminili. Questo tipo di tatuaggio è prediletto dai nativi o dai discendenti hawaiani per rispetto verso la loro patria, ma anche da appartenenti ad entrambi i sessi di qualunque nazionalità in segno di lealtà, devozione e fedeltà al proprio partner (tatuando il suo nome attorno al fiore); in ricordo di un amore finito o del primo in assoluto, dei momenti indimenticabili trascorsi alle Hawaii, dello stile di vita rilassato di quel popolo, oppure come sinonimo della vita troppo breve come quella del fiore di ibisco. Tra i fiori tatuati a gruppi si inseriscono foglie, steli, o altre parti della pianta per conferire un aspetto più naturale, senza mai aggiungere elementi di altre specie vegetali, semmai personaggi di fantasia come fatine e angeli. A detta dei tatuatori, figure in stile tribale hawaiano, come danzatrici di hula oppure onde oceaniche, rendono più originale il tatuaggio di un singolo fiore di ibisco sul corpo maschile.



Il delizioso tè senza caffeina di fiori di ibisco, color rosso rubino, ottimo caldo o freddo, dal sapore intenso di frutti di bosco e limone, è noto come ‘Karkadè’ in Italia, in Egitto e in Sudan. Già sorseggiato dai faraoni egiziani per rinvigorirsi dal caldo del deserto e ritenuto un afrodisiaco, si è diffuso come ‘Roselle’ o ‘Bissap’ in Africa occidentale, ‘Flor de Giamaica’ in Messico, ‘Gongura’ in India e in Brasile, e a livello internazionale. Andrebbe preparato in una pentola rivestita di smalto per non distruggere i sali minerali, le vitamine (soprattutto vitamina C), i flavonoidi e le proantocianidine (agenti antiossidanti naturali) contenuti.




 

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