martedì 23 ottobre 2012

Alfred Hitchcock - Gli anni '50 seconda parte

Il film che Hitch girò nel '57, e che verrà distribuito in Italia con il titolo "La donna che visse due volte", uscì sugli schermi a New York con il titolo molto più calzante di "Vertigo". Il protagonista infatti, il poliziotto John Scottie Ferguson, interpretato da James Steward, soffre di acrofobia, paura dell'altezza, che gli causa violenti attacchi di vertigine.

 
 
 
E' su questa forma di infermità che i due diabolici amanti della vicenda puntano per portare a termine impuniti il loro crimine.Ma come dice il proverbio "La farina del diavolo va tutta in crusca" e così alla fine del film, tutti resteranno ugualmente scontenti, innocenti compresi.
L'inganno si compie ricorrendo all'ambiguità, alla simulazione, alla sovrapposizione di identità diverse ed è in tale contesto che Hitch dà una dimostrazione pratica della differenza fondamentale tra suspense e sorpresa. Quest'ultima coinvolge, sotto forma di evento imprevisto e sconvolgente, contemporaneamente il protagonista della vicenda e il pubblico, mentre la suspense si genera quando lo spettatore viene messo al corrente di fatti e circostanze di cui il protagonista è inconsapevole. Nel film in argomento il regista si diverte a costruire la tensione fra la conoscenza dello spettatore e l'ignoranza del protagonista.
 
 
 
 
 La bella Kim Novak, dai gelidi occhi verdi, interpreta il doppio ruolo della finta Madeleine e della vera Judy, mentre James Stewart è Scottie Ferguson, un personaggio piuttosto tormentato, ben diverso dal suo ruolo più cosueto, quello dell'americano medio, onesto, altruista e rassicurante. Pare che il rapporto fra la Novak e il regista non fosse esattamente idilliaco durante le riprese; del resto Hitch per quanto geniale non era capace di comunicare con gli attori, pretendendo da parte loro assoluta sottomissione.


???? Dove si nasconde Hitch in questo film????

E' un passante che cammina davanti all'ingresso dei cantieri navali del marito di Madeleine.


 
Se "La donna che visse due volte" può per certi versi apparire come un film cupo e meditativo, " Intrigo internazionale" è esattamente l'opposto, turbinoso, emozionante, divertente, a testimonianza della continua ricerca da parte del  regista di nuove esperienze e di nuovi strumenti espressivi.
Il film ottenne un grande successo di pubblico e di critica, non solo per il cast prestigioso formato da divi come Cary Grant, James Mason e Eva Marie Saint, ma soprattutto per la perfetta mescolanza di suspense ed elementi drammatici, sentimentali ed umoristici, sorretta da una narrazione rapida e travolgente. New York, Chicago, Rushmore; ville, hotel, stazioni ferroviarie, aeroporti, automobili,treni, sembra che nel film non ci siano limiti di spazio e di tempo. Non è la storia che conta, intricata e inverosimile, quanto il modo in cui è raccontata e le emozioni che la narrazione stessa sa suscitare.
 
 
 
Cary Grant, nonostante non sia più giovanissimo,all'epoca  ha 54 anni, appare in gran forma in questo film e può permettersi ancora di sostenere la parte dell'eroe romantico e d'azione; non si direbbe che ha vent'anni più di Eva Marie Saint. L'attrice, nel ruolo di Eve Kendall, appare come molte delle eroine di Hitchcock, bionda, sofisticata, intelligente, sottilmente ma irresistibilmente sexy.
 
???? Dove si nasconde Hitch in questo film ????
 
E' l'uomo che perde l'autobus in una delle immagini iniziali del film.
 
 
 
 
 Fra i numerosi film girati da Hitchcock, Psycho è diventato nel corso degli anni un vero e proprio cult-movie, proprio perchè l'intenzione del regista fu quella di creare un "film puro". La pellicola fu concepita infatti come una sfida : ottenere un'opera di qualità in poco tempo, con pochi mezzi, senza star eccelse e utilizzando per di più un soggetto tratto da un romanzo di scarso valore ispirato a un serial killer realmente esistito. Il regista dichiarò di  avere poco interesse per il soggetto e per i personaggi rispetto a montaggio,fotografia, colonna sonora, gioco di suspense con lo spettatore.
Nel film si ritrovano comunque alcune tematiche che contraddistinguono la produzione cinematografica di Hitch : l'interesse per la psiche umana, il tema del "doppio" - qui presente come dissociazione della personalità - la sessualità vissuta come peccato, il rapporto fra colpevolezza e innocenza , ma la forza di Psycho non sta tanto nelle cose di cui si parla ma di come se ne parla. Si noti per esempio l'uso del bianco e nero.Hitch riteneva che l'uso del bianco e nero, con il forte contrasto di chiari e di scuri, di luci e ombre, avrebbe reso meglio la drammaticità della vicenda, per non parlare del richiamo alla duplicità del personaggio di Norman Bates. E' a tutti nota la cura meticolosa con cui il regista si occupava di ogni minimo dettaglio dei suoi film, a partire dalla sceneggiatura fino alla pubblicità,nella convinzione che ogni elemento contribuisce con pari importanza alla creazione di un'opera cinematografica, al suo ritmo, al suo stile, alla sua capacità di avvincere lo spettatore. Ecco spiegato il grande successo di pubblico di Psycho.


La "scena della doccia"è rimasta per gli spettatori, e a ragione, la più famosa di Psycho e ha rovinato sicuramente a molti il piacere di una bella doccia rilassante...
Qualche dato tecnico :70 posizioni di macchina e ben 7 giorni di riprese per ...45 secondi di film!
Molti anni fa, durante una visita guidata agli studi della Universal a Hollywood, dove tra l'altro si può vedere l'inquietante casa di Norman Bates, ci fu raccontato (sarà vero?) che per ottenere il risultato voluto dal regista, sul capo della povera e inconsapevole Janet Leigh fu fatta scendere dalla doccia acqua gelata, da qui l'espressione mista di sorpresa e terrore che vedete nell'immagine.

???? Dove si nasconde Hitch in questo film ????

Appare in piedi di fronte all'agenzia dove lavora Marion (la protagonista) e indossa un cappellaccio da texano.

                                                                                                                        (segue)

 

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