martedì 25 giugno 2013

Letture

Quante volte nelle vecchie fotografie di famiglia compaiono i volti di persone a noi del tutto sconosciute....forse amici o conoscenze occasionali ormai dimenticate, forse individui che passavano di lì per caso e loro malgrado sono entrati a far parte dei nostri ricordi e delle nostre vite. Talvolta mi capita di immaginare qualcosa di più sul loro conto, magari prendendo spunto dall'età, dal modo di vestire o dall'espressione del viso, ipotesi fini a se stesse, destinate a restare senza seguito.
 
Forse per questa mia abitudine noto in libreria la copertina di "La piccola bottega dei ricordi"
 
 
 


Ancora più intrigante il contenuto della sovracopertina:
 
"Una fotografia è molto più di un oggetto. Spesso custodisce un momento di felicità perfetta ed eterna. Lo sa bene Emma, che nel suo piccolo atelier nel cuore di Londra restaura foto antiche, e ama scrutare quei volti sconosciuti, e restituire ai ricordi degli altri lo splendore che il tempo ha rubato. Quando un giorno uno di quei volti prende vita, Emma pensa di aver bevuto un bicchiere di troppo. Ma l'uomo della foto, scattata nel 1940, le invia dei messaggi chiedendole di compiere per lui una piccola missione: ritrovare il suo primo, unico, grande amore per restituirle la spilla che lui le aveva regalato poco prima di morire. Per Emma questo è solo l'inizio : presto si trova  coinvolta in piccole e grandi storie che richiederanno parecchia inventiva per essere risolte. Fino a che uno di quei messaggi non riguarderà proprio lei. Lei e l'affascinante giornalista che ha appena conosciuto. Nel suo passato, Nathaniel nasconde un trauma che gli ha lasciato una cicatrice indelebile. Con una vecchia fotografia di sua madre e le pagine del diario che la donna ha scritto poco prima di morire, Emma deve tentare di scoprire quello che è successo, ma la missione più difficile è convincere Nathaniel che amare è ancora possibile...." 
 
Detto fatto lo prendo e me lo porto a casa e prima di sera me lo sono già bevuto. Duecento pagine di prosa semplice, scorrevole, corretta. E il resto?
Non è da me criticare eccessivamente qualcosa che io stessa non ho saputo far meglio, ma per amor di verità e senza offesa per chi l'ha scritto, la storia mi sembra  ingenua e i personaggi scontati, o forse la colpa è mia che mi aspettavo altro.
 
Va detto che l'autrice, Annelise Corbrion, ha solo 27 anni
 
 
 
 
 
e con questo romanzo, il primo, ha vinto in Francia il premio Fondation Bouygues Telecom-Metro per i nuovi talenti.
 
 
 
 
 
Perciò va bene così. Questo libro non resterà tra quelli più cari, letti e riletti mille volte, ma mi ha regalato un pomeriggio tutto sommato gradevole.
Auguro ad Annelise tanta fortuna, tanto coraggio e tanto successo.

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