giovedì 22 agosto 2013

Se sposti un posto a tavola


Per filo e per segno:

                                    Se sposti un posto a tavola






Filmetto estivo, con una trama così esile da essere quasi evanescente, come la tela di un ragno…c’è……… non c’è? ma poi cosa succede?
Così la speranza di imbattersi in un altro piccolo capolavoro francese, va perduta, ma  visto che ci siamo andate vale la pena di dire due (poche ) righe.
Allora il tema è quello della casualità, cosa sarebbe successo se……già affrontato molte volte e con ben diversi risultati, ad esempio in Sliding Doors con Gwyneth Paltrow, però è strano che da un argomento basato sull’ imprevedibilità sia scaturito un film così monotono….
Al solito poi la traduzione del titolo è del tutto cervellotica da “Plan de Table” a “Se sposti un posto a tavola”…da non credere!!!!!!




Si inizia con l’incontro in treno tra due ragazzi, Eric e Marie, e  si arriva a un matrimonio, anzi meglio a un ricevimento di nozze.
Tavole eleganti da cui due innamorati ( da notare che una è la sposa, Marie ) coinvolti in un appassionato abbraccio fanno cadere i segnaposto…che poi  il giovanotto, Eric, risistema a casaccio.




Da qui Eric, nella fantasia, immagina tre situazioni diverse  che potrebbero nascere da questo scambio e come se una pellicola si svolgesse e riavvolgesse …le coppie si lasciano e  scoprono  bugie, inganni, desideri e sogni irrealizzati.





 Il tutto è sostenuto soprattutto da  Elsa Zylberstein, la sottile Marie, che indossa con una grazia tutta francese tanto il bell’abito da sposa quanto  il baschetto birichino e il cappottino rosso smilzo,e Franck Dubosch, un  Eric irruento, aggrassivo e dolce al tempo stesso.







Gli altri interpreti  tratteggiano troppo spesso personaggi caricaturali, privi di qualsiasi profondità.
Si dovrebbe ridere e qualche volta succede, ma sembra, a un certo punto che la regista Christelle Raynal  non veda l’ora di concludere il suo lavoro e non sappia come riempire il tempo rimasto.




Per consolarsi del biglietto speso….la  bella  colonna sonora, anni 80, di Mathieu Gomet e, come abbiamo detto, gli abiti di Simone Weil…oltre naturalmente  l’happy end che fa bene al cuore dei romantici.

                                                        Paola







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