domenica 6 ottobre 2013

Questione di dettagli

In questo periodo ho sul tavolino, pronti da leggere, i quattro libri di Tracy Chevalier che mi erano sfuggiti in passato e che ho deciso di recuperare dopo la lettura de L'ultima fuggitiva.

Avevo pensato ad un'immersione completa  in quell'autrice, ma una copertina, al supermercato, mi ha chiamato a gran voce :












Risvolto di copertina:

"Colin Fischer ha quattordici anni e pesa cinquantacinque chili. Nella sua vita ci sono alcuni punti fermi: i genitori, il fratello minore, un blocco su cui appunta le sue riflessioni, un tappeto elastico su cui salta per sfogarsi quando gli sembra che niente vada per il verso giusto. Cioè quasi sempre. Perché Colin è diverso dagli altri, la sua percezione della realtà è più intensa. La sua sensibilità maggiore. Infatti i rumori forti gli provocano crisi di panico e non ama essere toccato. Ma è intelligente, curioso ed è un fine osservatore. Sherlock Holmes lo avrebbe voluto al suo fianco perché nessuno è attento ai dettagli quanto lui. E così, quando viene ritrovata una pistola nel bar della scuola, Colin è l’unico deciso a capire cosa è successo veramente. Starà a lui dimostrare che la pistole non è di Wayne Connelly, il bullo della scuola e tormento quotidiano di Colin. Wayne non si capacita del perché Colin abbia deciso di aiutarlo, ma tant’è: al mondo non siamo tutti uguali e capire cosa pensano gli altri resta il mistero più incredibile per tutti… Questione di dettagli è una storia di ragazzi e di amicizia, con un protagonista irresistibilmente simpatico che comunica con un linguaggio tutto suo e che fatica a adeguarsi al resto del mondo. La storia di un ragazzo adolescente in cui tutti, in un modo o nell’altro, ritroveremo tracce di noi stessi."

Potevo non comprarlo e non leggerlo subito? Mi hanno sempre affascinato, chissà perchè, i libri che raccontano di bambini autistici e questo mi pareva potesse essere un altro Strano caso del cane ucciso a mezzanotte, che avevo apprezzato moltissimo. In effetti i punti di contatto fra Christopher e Colin sono parecchi, anche se il libro di Mark Huddon mi era piaciuto molto di più.

 Questo fatto, però, forse dipende  da una mia disposizione d'animo mutata: sono diventata molto più rompiscatole ed esigente in fatto di narrativa, quindi non posso più paragonare quello che mi è piaciuto con quello che mi piace. Dovrei rileggere....e uff, che noiosa!






Comunque voglio riportarvi qui un'intervista agli autori del libro
Ashley Edward Miller e Zack Stentz :

(si sono conosciuti su internet grazie alla loro comune passione per Star Trek. Insieme, Miller e Stentz hanno scritto e coprodotto centinaia di serie tv e hanno fatto le sceneggiature dei filmX-Men, First Class e Thor. Vivono entrambi a Los Angeles)

http://www.famigliacristiana.it/articolo/questione-di-dettagli.aspx



Colin ha 14 anni, un diario su cui annota tutte le sue riflessioni su compagni di scuola, amici e genitori, un’insolita passione per la matematica, odia il colore blu ed essere toccato. E ha una sensibilità fuori dal comune, dovuta alla sindrome di Asperger, che lo porterà a risolvere il mistero di una pistola trovata nel bar della scuola e per cui viene accusato ingiustamente Wayne, il “bullo” dell’istituto. 

Sembra già il protagonista di quella che potrebbe essere una riuscitissima serie Colin Fischer, novello Sherlock Holmes adolescente in Questione di dettagli(Corbaccio), come spiegano gli autori, i due sceneggiatori statunitensi Ashley Edward Miller e Zack Stentz: «Ci siamo imbattuti in Colin quando stavamo cercando un’idea che potesse sostenere un mistero, un’indagine ambientata in un contesto scolastico. Colin è emerso da una riflessione su Sherlock Holmes come personaggio e dal fatto che ci siamo resi conto di quante caratteristiche della sindrome di Asperger potessero venire alla luce. Ovviamente, avevamo bisogno di un personaggio che facesse da contraltare, come Watson. Colin e Wayne ci hanno dato una meravigliosa opportunità per ricreare lo schema Sherlock Holmes-John Watson. Ci sono molti elementi interessanti in un rapporto così contrastato». 

Ogni capitolo si apre con una pagina del diario di Colin, come fosse un altro importante personaggio del libro...
«Ci è sembrato un buon modo per far capire meglio la personalità e gli interessi di Colin: attraverso il diario il lettore capisce meglio le emozioni del protagonista». 

Il vostro romanzo può essere letto sia dagli adolescenti che dai loro genitori. Cosa volevate trasmettere a lettori così diversi?
 
«Al di là dei soliti luoghi comuni, volevamo dire a genitori e insegnanti che è importante distinguere tra diversi tipi di bulli. Alcuni sono ragazzi arrabbiati, figli perduti come Wayne, e possono essere aiutati con il giusto tipo di approccio. Mentre altri, come Rudy (un altro dei “cattivi” del romanzo, ndr) sono davvero esseri crudeli che si sentono felici nel far soffrire gli altri. E mentre è importante proteggere i bambini da entrambi i tipi di bulli, questi due tipi di bulli dovrebbero essere puniti e trattati in modo diverso». 

Parlando di bullismo, cosa può insegnare ai genitori la storia di Colin? 
«Può essere davvero difficile mettersi in disparte e lasciare che i bambini lavorino sui loro conflitti. A volte è quasi istintivo voler intervenire, stabilire dei limiti, ma in questo modo nella maggior parte dei casi si corre il rischio di creare un pasticcio. Parte della crescita è imparare a gestire i conflitti e stare in piedi da soli. Il che non vuol dire che il bullismo non sia un vero problema: il trucco è riconoscere quando si tratta di vero bullismo. Lo abbiamo visto come insegnanti e come genitori. L’altro aspetto - e questa è la parte che molti genitori non vogliono affrontare - è che a volte è il proprio bambino ad essere il problema. Bisogna essere onesti con se stessi, e aiutare i propri figli a capire come possano sentirsi le “vittime”». 

L’ultima pagina sembra anticipare un possibile sequel: potete rivelarci qualcosa? 
«Abbiamo volute lasciare la porta aperta: non si sa mai».


Mi pare giusto riflettere su quanto dicono i due autori: i bulli sono antipatici e pericolosi, ma forse la maggior parte di loro può essere recuperata, perchè le persone davvero intimamente cattive e senza speranza sono molto poche. Lo spero proprio!

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