lunedì 3 marzo 2014

Monuments Men

Dopo una capillare campagna di promozione anche in Italia, è arrivato nelle sale cinematografiche Monuments Men, il film tratto dall'omonimo romanzo di Robert M.Edsel pubblicato nel 2009.




Sembrava che tutto quello che c'era da raccontare sulla Seconda Guerra mondiale in Europa fosse stato detto nelle centinaia di film sull'argomento girati negli ultimi settant'anni, da tutte le angolazioni possibili: vincenti, perdenti, buoni, cattivi, eroi, codardi e via dicendo.

Il tema trattato in questo film invece si focalizza non tanto sulle operazioni di guerra e sull'inevitabile quanto folle distruzione che essa porta con sè, quanto sul tentativo di impedire il furto di massa di opere d'arte perpetrato in molti Paesi d'Europa dall'esercito tedesco, su precisa volontà di Hitler e la loro possibile distruzione in esito a una sua probabile sconfitta.

Lo studioso d'arte Frank Stokes , interpretato nel film da George Clooney, sotto gli auspici del presidente Roosvelt e del comandante delle forze alleate Eisenhower - e questo è un fatto reale - chiese ed ottenne la costituzione di un'unità speciale di sette uomini, cinque americani, un inglese e un francese,  tutti esperti d'arte, con l'incarico di seguire l'avanzata alleata in Europa ed adoperarsi per salvare il maggior numero possibile di opere d'arte trafugate dagli eserciti di Hitler durante la ritirata.






Senza alcuna preparazione militare e con una scarsa assistenza da parte dell'esercito regolare, questi magnifici sette si organizzarono e si coordinarono in piccoli gruppi sulle tracce di  una sorta di itinerario artistico per verificare quali opere erano state trafugate e soprattutto dove venivano nascoste.






Nel cast, oltre a Clooney , sceneggiatore, regista e interprete del film, figurano attori esperti e noti da anni al grande pubblico, come Matt Demon, Bill Murray , John Goodman, Bob Balaban, e nell'unico ruolo femminile, Cate Blanchett.















Il film è una corsa contro il tempo per evitare l'irreparabile ed è evidente che non si tratta di una gioco a guardie e ladri, ma di un'impresa tanto rischiosa da comportare la perdita della vita stessa,
eppure non mancano episodi divertenti e battute scherzose che allentano la tensione.

Certo è che quando alla fine vengono individuate migliaia di opere d'arte nascoste e murate dentro miniere abbandonate , emerge con prepotenza non solo l'entità del danno causato alla collettività, ma soprattutto la tragedia che ha interessato direttamente milioni di persone, private dei loro averi e della stessa vita.

Detto questo, la "morale" del film viene pronunciata dallo stesso protagonista nel suo ruolo di capo della spedizione " Puoi sterminare un'intera generazione, bruciare le loro case, ma troveranno una via di ritorno.Ma se distruggi la loro cultura, la loro storia, è come se non fossero mai esistiti."
Si dice anche, a conclusione della vicenda, che tutte le opere recuperate sono state restituite ai loro legittimi proprietari. Su questo punto, senza nulla togliere ai meriti della missione compiuta e conoscendo la fragilità della natura umana, permettetemi di esprimere qualche dubbio...




Chiudo con questa immagine della Madonna col Bambino di Michelangelo e, se volete sapere perchè, andate a vedere il film.....







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