martedì 12 agosto 2014

T-Shirt


Ho sempre creduto che il nome le derivasse dalla forma, una T perfetta






che, superato il vecchio concetto sartoriale di giromanica, dava alla maglietta più vestibilità, libertà di movimento, più fruibilità come capo unisex.
Secondo alcuni invece T- Shirt deriverebbe dal nome datole nel 1942 dalla Marina Militare degli Stati Uniti, Type Shirt, per identificare un indumento indossato da muscolosi marinai. 


Comunque sia, questo capo di abbigliamento ha alle spalle una lunga storia. Secondo Wikipedia, nonostante sia possibile riscontrare capi di abbigliamento analoghi con maniche di varia lunghezza, già in età antica, presso gli Etruschi, e nel periodo rinascimentale, esempi di indumenti simili ad una maglietta si diffusero solamente a partire dal XVIII secolo, come indumenti intimi, e dal XIX secolo come capi da lavoro, vista la comodità e la mancanza del colletto, elemento distintivo di eleganza.
Sempre per via della sua praticità i marinai già dall'Ottocento incominciarono a indossarne una variante molto simile al modello contemporaneo, caratterizzata dalle tipiche righe orizzontali.




A parte le diverse ipotesi circa l'origine del nome, pare che il termine T- shirt fosse già noto negli anni venti del secolo scorso, visto che 
compare nel primo romanzo di  F.Scott Fitzgerald "Di qua dal paradiso".
L'abbigliamento sportivo degli anni '30 lanciò ulteriormente la moda della maglietta, specialmente nei campus delle Università americane.
Ho letto che le T-shirt con la scritta "property of USC" riservate ai soli atleti della University of South California, erano così popolari tra gli studenti che tutti ne volevano una. La T-shirt cominciava ad essere il simbolo dell'appartenenza a un gruppo.

Negli anni quaranta, le Forze armate statunitensi adottarono la maglietta a girocollo come parte della divisa per i propri uomini e così, durante la seconda guerra mondiale, il suo uso cominciò a diffondersi anche in Europa.

La consacrazione ufficiale della T-shirt come capo di abbigliamento avvenne però negli anni cinquanta quando ad indossarla sul grande schermo furono attori celebri come Marlon Brando , James Dean, Paul Newman.





















Rigorosamente bianche all'inizio, le T- shirt si trasformarono progressivamente in capi colorati, diventando nel corso degli anni e sotto l'influenza ondivaga delle mode, insieme ai jeans, un vero e proprio cult.
Ma quello che colpisce in un indumento così semplice è la sua capacità di essere strumento di comunicazione, attraverso fregi e  scritte dai significati più disparati, ironici, pubblicitari, politici o geografici.












 


































"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" diceva un vecchio proverbio e allo stesso modo oggi si potrebbe dire "Dimmi che T-shirt indossi e saprò tutto, o quasi, di te." perchè la personalizzazione estrema di questo indumento può andare ben oltre la semplice scelta al momento dell'acquisto; infatti con le moderne tecniche di stampa è possibile riprodurre sulla maglietta con poca spesa la propria immagine o qualunque altro messaggio personale, con il rischio di cadere nel pessimo gusto...

Allo stesso tempo, ripercorrendo la sua storia, di questo indumento si
potrebbe anche dire "Un tempo nella polvere ed oggi sull'altare" (oggi sono in vena di citazioni...), perchè anche i più famosi brand del mondo della moda non disdegnano di apporre la loro griffe su questo capo d'abbigliamento, ovviamente curandone la qualità, la linea, lo stile... e il prezzo.

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