lunedì 2 maggio 2016

Immagini e parole


Questa mattina mi è successa una cosa strana, almeno così mi è sembrata...: mentre riordinavo la stanza il mio sguardo si è posato del tutto casualmente su due nastri di similraso,momentaneamente appoggiati sul ripiano del cassettone, in attesa di essere rimessi al loro posto.Forse sarà stato l'accostamento dei colori e delle forme (escludo categoticamente da parte mia lo stato di ebbrezza o l'assunzione di droghe!!), fatto sta che all'improvviso ho provato una forte reazione emotiva, la percezione di  uno stato di armonia così intenso da stimolare addirittura la fantasia a immaginare in pochi secondi una "storia" tra i due nastri....Un attacco di follia?!? Ovviamente non è la prima volta che la vista di un panorama, di un fiore, di un tramonto, di un volto mi coinvolge emotivamente...come succede a tutti del resto,  ma ancora non ci posso credere che la causa di una tale emozione  possa essere stata un semplice e banale oggetto inerte, eppure è successo...

Nonostante il progresso della scienza, la nostra mente (specialmente la mia) continua ad essere un grande mistero tutto da scoprire.



Basti pensare alla sindrome di Stendhal, o sindrome di Firenze, affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti posti di fronte ad opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se le stesse si trovano in spazi limitati. Lo scrittore francese Stendhal, da cui la sindrome ha preso il nome, ne fu personalmente colpito nel 1817, mentre era in visita a Firenze.

Certo la mia esperienza di stamattina, che nulla ha a che fare con la sindrome sopra citata dal momento che non è avvenuta in presenza di un'opera d'arte , mi ha indotto a riflettere più in generale sull'attività del nostro cervello che evidentemente non si limita a registrare la realtà fisica del mondo esterno, ma elabora reazioni, di cui spesso non siamo consapevoli. E tutto questo accade anche quando ci troviamo di fronte alla "rappresentazione" del mondo fisico, cioè alle immagini.
Abbiamo visto poco fa come può reagire il nostro cervello di fronte alle opere d'arte, ma cosa ci induce a cliccare "mi piace" sotto una foto, un disegno, un'immagine postata su facebook e non sotto un'altra?
Evidentemente come ha scritto qualcuno, non ricordo chi, anche l'immagine non è un oggetto inerte della contemplazione disinteressata, ma un'entità energetica che ci attrae o ci respinge, ci incanta o ci ferisce.






Questo blog è nato qualche anno fa principalmente come un "giardino" per la cura e la coltivazione di immagini, scelte per ricordare un passato lontano, per suscitare empatia tra le persone, per conoscere l'arte, per soddisfare la curiosità, per imparare cose nuove.
Questo blog si è nutrito e si nutre di immagini, ma non dimentica le parole.

Per le nuove generazioni è stata costruita una civiltà dell'immagine nella quale per esprimere emozioni, amore, allegria, tristezza, disgusto, si fa uso di emoticon, piccole icone deputate a rappresentare emozioni, ma siamo certi che non sia più prudente usare anche le vecchie care parole?




Leggete un po' qua:

WHATSAPP EMOTICON SIGNIFICATO REALE SMILE/ROMA- Ormai WhatsApp è uno strumento imprescindibile per milioni di giovani, che sta diventando famoso anche tra gli adulti grazie alle sue emoticon, che aiutano a comunicare persino più delle parole.
Ma siete sicuri di conoscere il vero significato delle emoticon che usate ogni giorno? Ve lo sveliamo noi.
Seguite l'immagine di questo articolo da sinistra a destra: si parte con le mani giunte, che fanno pensare a una preghiera, ma i programmatori di WhatsApp hanno svelato che si tratta di due persone che battono il cinque. E l'uomo che sbuffa? Non c'è rabbia o frustrazione, ma indicherebbe addirittura trionfo, vittoria, soddisfazione o orgoglio. 'Colpa' delle diverse interpretazioni dei giapponesi sulla gestualità.
C'è poi il ghigno che sembra tirarci fuori da una brutta figura con un sorriso esagerato ma in realtà rappresenta una semplice e sana voglia di sorridere, senza imbarazzi celati. E quel bacetto? Avete visto male! La bocca arricciata in realtà sta fischiettando - sempre secondo chi l'ha disegnata. Il sorrisetto alla Monna Lisa ha le guance rosse, quindi sottintende una volontà di flirtare col vostro interlocutore.
La bocca aperta con gli occhi a X può sembrare disperata, ma in realtà rappresenta esclusivamente stanchezza. La gocciolina, invece? Non è una lacrima, ma uno sbadiglio. Se ricordate i cartoni giapponesi vi verrà in mente la classica bolla per rappresentare un personaggio che dorme. Chiudiamo con la faccia neutrale: dalla curva della bocca sembra esprimere delusione o noia, ma in verità rappresenta la confusione. L'avreste mai detto? Ecco cosa succede quando le emoticon vengono disegnate dall'altra parte del mondo, con una cultura totalmente diversa dalla nostra. 

E' chiaro che immagini e parole, anche se interagiscono quotidianamente e si influenzano a vicenda , non sono riducibili le une alle altre. Entrambe sono potenti ed insostituibili mezzi di espressione e comunicazione, da usare con grande attenzione e misura. Spesso infatti, affascinati dalla loro suggestione, tendiamo a confonderli con la verità  (e la pubblicità lo sa bene...)
Cerchiamo  allora di tenere sempre all'erta quel mucchietto di materia grigia che ci hanno messo in testa, senza però chiudere la porta alla bellezza, alla gioia e al calore che parole e immagini sanno regalarci.



3 commenti:

  1. hai ragione, teniamo sempre la mente aperta alla bellezza!!!
    Ciaoooo

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  2. Bellissimo ed interessante post!
    Grazie Mianna ci ha aiutato a riflettere su emozioni, che spesso proviamo avendo una materia grigia molto attiva. Anche a me accade spesso di volare con la fantasia, come è accaduto a te con i 2 nastri!
    Ciao,
    Pat

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  3. E' bello sentirsi in sintonia con chi ci legge.

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