venerdì 2 settembre 2016

CASE&CASE

Se trascorrete la maggior parte dell'anno in una casa così


mi sembra giusto che per trascorrere le ferie in un luogo più intimo e riservato  la scelta sia questa




Infondo il concetto di spazio è relativo...
Naturalmente stiamo parlando di lei, dell'ormai mitica e inossidabile Queen Elizabeth II e della, o meglio, delle sue dimore più conosciute, Buckingham Palace a Londra, e Balmoral Castle in Scozia. Ed è su questa dimora che vorrei oggi soffermare la mia attenzione.

A differenza di altre , la tenuta di Balmoral non appartiene alla Corona ma è una proprietà privata trasferita in eredità da una generazione all'altra.



 Già verso la fine del XIV secolo  re Robert II di Scozia aveva fatto costruire un casino di caccia in questa parte delle Highlands, a cui si aggiunsero numerosi altri edifici nei secoli successivi, ma il castello di Balmoral, così come lo vediamo ora, fu costruito per volere della regina Vittoria fra il 1853 e il 1855 perchè quello in uso all'epoca era decisamente troppo piccolo...


Lo stesso Principe Alberto, che ovviamente dovette acquistare un bel po' di terreno per far posto al nuovo edificio, contribuì direttamente alla costruzione del castello, non solo come supervisore, ma progettando anche diversi elementi del complesso.
Nel suo diario la regina Vittoria definiva Balmoral come il suo "dear paradise in the highlands" e in effetti amava trascorrere molto tempo al castello. I suoi discendenti avrebbero poi apportato delle migliorie alla proprietà: Giorgio V fece aggiungere un giardino formale nella parte meridionale della proprietà, mentre il principe Filippo fece allestire un giardino d'acqua e bordure di erbacee perenni negli anni '50.
 


Praticamente Balmoral è rimasto da sempre la residenza estiva della famiglia reale, che ogni anno trascorre qui un lungo periodo di vacanza. Pare che i giardinieri del castello si adoperino con grande impegno per garantire le migliori fioriture possibili proprio nel periodo di soggiorno della loro sovrana.







 




  







Ogni anno migliaia di turisti vengono a visitare il castello e  i boschi circostanti ricchi di esemplari di fauna locale , senza tuttavia disturbare la privacy della famiglia reale durante il suo soggiorno.
E a proposito di privacy, proprio dalle foto di famiglia che nel corso degli anni sono state scattate nelle giornate d'estate trascorse a Balmoral , si può cogliere la "normalità" di chi, accantonate corone e titoli, appare nelle vesti di comune mortale.

















Sempre nella tenuta di Balmoral si trova  Birkhall, una costruzione datata 1715 , acquistata dal Principe Alberto in occasione dell'ampliamento del castello e donata nel 1852 al figlio Edoardo,principe di Galles, che la frequentò pochissimo, preferendo soggiornare nel vicino castello di Abergeldie.









Così, nel 1884 la regina Vittoria si riprese la proprietà destinandola ad accogliere i suoi ospiti e parte della servitù.
Fu solo nel 1930 che re Giorgio V affidò la dimora al Duca e alla Duchessa di York che ristrutturarono la casa e ricostruirono i giardini, di cui entrambi amavano prendersi cura personalmente. Le giovani principesse Elisabetta e Margaret Rose trascorsero molte vacanze davvero felici in questo angolo di Scozia.






Quando però il Duca di York salì al trono con il titolo di Giorgio VI,la famiglia dovette trasferirsi nel castello di Balmoral,la dimora che più si confaceva al nuovo ruolo di sovrani, ma  Birkhall e i suoi giardini non sono mai stati dimenticati, tanto che , dopo la morte del re nel 1952, la Regina Madre tornò a trascorrevi le vacanze estive, per completare quei progetti che aveva condiviso anni prima con il marito.



 Alla sua morte, nel 2002, la proprietà è passata al nipote, Principe Carlo, anch'egli grande appassionato di giardinaggio, che ha dichiarato di essere particolarmente affezionato al giardino della nonna che ha cercato, in suo onore, di rendere ancora più lussureggiante.







Devo dire che questa storia di case, giardini e affetti a me è piaciuta, forse perchè è diversa dai soliti pettegolezzi insulsi e maligni con cui certi giornali amano parlare di persone note al grande pubblico.

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