giovedì 15 settembre 2016

Un paio di libri

Due libri "estivi" che mi hanno fatto ottima compagnia in questi giorni. Lievi, non banali nè stupidi, anzi con una loro profondità espressa in maniera leggera ed efficace. 





A volte un paio di stivali rossi può aiutare ad affrontare il mondo e le proprie paure. Così è per Millie, che quando li indossa si sente forte e sicura. Ha sette anni ed è curiosa di tutto. Ha tanta voglia di fare domande, di conoscere, di scoprire. Per questo quando un giorno al centro commerciale sua madre sembra sparita, non si perde d’animo, ma cerca qualcuno che possa darle una mano a trovarla. È proprio allora che si imbatte in Karl che se ne sta seduto con lo sguardo perso nei suoi pensieri. Karl è un anziano un po’ speciale che mentre parla, digita nell’aria le parole. Solo in questo modo riesce a sentire ancora vicina sua moglie a cui un tempo scriveva parole d’amore sulla schiena. Millie si fida subito di lui e la corazza di diffidenza che Karl si è costruito intorno si scioglie grazie agli occhi sperduti e sinceri della bambina. Gli stessi occhi davanti ai quali Agatha sente nascere dentro una tenerezza ormai dimenticata. A ottant’anni non esce più di casa, dopo la morte del marito, e passa le sue giornate alla finestra a spiare i vicini. Ma appena scorge sulla strada Millie e Karl c’è qualcosa che la spinge a parlare con quei due sconosciuti, a uscire per la prima volta dalla sua solitudine. Perché Millie ha il dono unico di raggiungere il cuore delle persone. Perché il suo sorriso ingenuo e solare è capace di portare la felicità. Lì dove non ci si aspettava più di trovarla. Karl e Agatha si sentono vicini a lei come a nessun altro prima e decidono di ritrovare sua madre. E da quel momento per loro ogni cosa cambia. Scoprono che non è mai troppo tardi per vivere appieno la vita, per lasciarsi trascinare da un desiderio, per permettere all’amore di meravigliare ancora. E Millie è pronta ad imparare che non tutto ha una risposta e che questa è la magia del futuro. La magia di sapere che lungo la strada si perdono delle cose, ma che c’è sempre il modo per ritrovarle. Un romanzo che insegna a non arrendersi mai. Sarà impossibile non affezionarsi a Millie, alla sua voglia di scoprire il mondo per riempirlo di stupore e felicità. Bisogna cercare e sperare. Crederci e fidarsi. Perché mai nulla è perduto per sempre. 

Diciamolo subito: la storia è completamente assurda e incredibile,  i personaggi decisamente improbabili, fuori da ogni logica. Una storia simile, a mio avviso, non potrebbe mai succedere. Ma tutto è  così surreale e simpatico, che il libro si legge in un battito d'occhi e se il finale non conclude, non lascia nemmeno l'amaro in bocca. La vita è strana e bisogna imparare a prenderla così come viene, cercando di soffrire il meno possibile.





Dalla tragica morte della moglie, A.J. Fikry è diventato un uomo scontroso e irascibile, insofferente verso gli abitanti della piccola isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Disprezza i libri che vende (mentre quelli che non vende gli ricordano quanto il mondo stia cambiando in peggio) e ne ha fin sopra i capelli dei pochi clienti che gli sono rimasti, capaci solo di lamentarsi e di suggerirgli di "abbassare i prezzi". Una sera, però, tutto cambia: rientrando in libreria, A.J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato all'infanzia; ha in mano un biglietto, scritto dalla madre: "Questa è Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata." Seppur riluttante (e spiazzando tutti i suoi conoscenti), A.J. decide di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga l'esistenza. Perché Maya è animata da un'insaziabile curiosità e da un'attrazione istintiva per i libri - per il loro odore, per le copertine vivaci, per quell'affascinante mosaico di parole che riempie le pagine - e, grazie a lei, A.J. non solo scoprirà la gioia di essere padre, ma riassaporerà anche il piacere di essere un libraio, trovando infine il coraggio di aprirsi a un nuovo, inatteso amore... 

«Nessun uomo è un’isola. Ogni libro è un mondo» questa è l'insegna della libreria di Alice Island gestita  da A.J. Fikry ed in effetti questo è un libro per chi ama i libri; un libro che racconta come il condividere un libro possa essere il modo migliore per stabilire relazioni profonde e come un libro possa essere occasione di crescita personale.
Il difetto del libro può essere il passaggio troppo rapido da un'epoca all'altra della storia e i dialoghi avrebbero potuto essere un po' più approfonditi. Nel complesso, comunque, è una bella storia, che piace a chi, come me, ama leggere romanzi non troppo impegnati ma che parlino al cuore e ama le atmosfere delle vecchie librerie, un po' polverose, ma dove si può trovare qualche vecchio tesoro dimenticato.

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