giovedì 23 marzo 2017

Un libro e un fiore



L'ho appena finito: intrigante, piacevole, sorprendente, nonostante una qualche indefinita difficoltà iniziale ad entrare nel romanzo. Credo sia un problema di età, perchè da un po' mi succede quasi sempre a faticare l'inizio di un libro, come se volessi chiuderlo e non riaprirlo più, mentre poi,dopo qualche pagina,  non riesco  a distaccarmene fino alla fine.

Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è incredibilmente sopravvissuta a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui pianta dei particolari fiori gialli. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent'anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un'artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della sua camera da letto, un fiore giallo, che sembra piantato di recente. Sconvolta da ciò che quell'immagine evoca, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle fatto trovare un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L'unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della sua memoria, che potranno davvero riportare a galla la verità... 

La trama del libro è piuttosto complessa, la narrazione alterna passato e presente ad ogni capitolo e questo serve sia a spiegare i fatti avvenuti, che a studiare l'animo della protagonista. 
Non è un thriller truculento,che indulge sul racconto delle sevizie perpetrate dal colpevole su inermi fanciulle; si scopre a malapena come è stata ritrovata Tessie, ma non si sa che cosa le sia stato fatto, nè che cosa sia capitato alle sue compagne di sventura. E' come se la cosa fosse ininfluente...ed in effetti è così: non conta tanto il delitto in sè, quanto lo sviluppo  dei fatti e il maturare della psicologia di Tessa dopo il loro avvenimento. In effetti è un thriller psicologico, senza pagine di azione o colpi di scena drammatici. La verità si dipana un po' alla volta e il lettore, che cerca di indovinare chi sia il colpevole, rimane sicuramente sorpreso nello scoprirlo. Questo è un bel colpo di scena, anche se forse andava spiegato in maniera un po' più approfondita.  
Nel complesso, il libro è promosso.

Dopo averlo letto, mi sono voluta documentare su questi fiori, che hanno una parte importante nella storia.




Il nome scientifico è Rudbeckia hirta, in inglese si chiamano Susan black eyed, ma hanno anche parecchi altri nomi: brown-eyed Susa, brown betty, gloriosa daisy, golden Jerusalem, e altri ancora. Sono una specie nordamericana, della famiglia dei girasoli. Ma sembrano margherite gialle. Sono i fiori distintivi dello stato del Maryland ( negli Stati Uniti ogni stato ha il suo fiore distintivo).
La pianta è considerata un'erba medicinale dai nativi americani, che la usavano per curare raffreddori, infezioni, morsi di serpente.
Il significato di questo fiore è la giustizia.
Ma come mai si chiamano Susan dagli occhi neri? Certo per via del bottone scuro centrale, ma chi è Susan?
La storia è una di quelle romantiche sui fiori selvatici. Non si è sicuri, ma pare che il nome derivi da un vecchio poema inglese del poeta post elisabettiano John Gay (1685-1732), intitolata appunto Black-eyed Susan.




Ci sono parecchie strofe in cui si racconta che il suo William era a bordo di un battello, in alto su una corda e che scese giù per un affettuoso addio alla sua amata. Il saluto fu lungo, con promessa da parte di William di tornare sano e salvo, anche se avesse dovuto combattere in battaglia. Susan versò parecchie lacrime e, in fine, lasciò partire il suo amato, contenta delle promesse.





Sembra che questa leggenda si ripeta ogni estate perchè se si piantano dei semi di Sweet William ( Dianthus barbatus),una pianta che non è autoctona, vicino a semi di Black-eyed Susan, essi fioriscano meravigliosamente allo stesso tempo riempiendo di gioia il cuore dei giardinieri.







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