lunedì 20 novembre 2017

Usanze strane ( per noi)

E' vero, siamo tutti uguali, ma siamo anche tutti diversi...dipende da che cosa si intende per uguali e diversi. Allora se siamo tutti uguali come esseri umani, siamo però completamente differenti gli uni dagli altri per abitudini e costumi. Nell'Oriente lontano da noi, leggo qui http://www.supereva.it/villaggio-delle-donne-himalaya-dove-non-esistono-mariti-43298#c_fb_02 e qui  http://www.supereva.it/il-villaggio-di-rapunzel-qui-le-donne-tagliano-i-capelli-una-sola-volta-15329 le persone hanno abitudini che ai nostri occhi potrebbero sembrare strane, ma per loro sono giuste così. Vediamole, queste abitudini, e cerchiamo di capire se anche noi potremmo mai adottarle.






Esiste un villaggio sull’Himalaya in cui comandano le donne e non esistono i mariti. Stiamo parlando della popolazione dei Moso, una minoranza etnica che vive nello Yunnan, una zona sud-occidentale della Cina, ai confini con il Tibet e ai piedi della grande montagna.
In questo villaggio le donne non si sposano mai, ma questo non vuol dire che rinunciano ai figli e alla presenza di un compagno o di un padre. Durante le feste popolari sono le donne a scegliere il proprio partner. Se una ragazza si avvicina ad un uomo e gli solletica il palmo della mano vuol dire che vorrebbe stare con lui. Dopo il breve corteggiamento il prescelto può vivere una notte d’amore con la donna, arrampicandosi sino alla sua finestra.




Lei però potrà cambiare idea sino all’ultimo secondo e l’uomo potrà raggiungerla solo se vedrà una cintura appesa alla finestra, in caso contrario dovrà parlare apertamente con la ragazza per poter prendere accordi. Dopo il parto, i figli rimangono a vivere nella casa della madre, insieme alle nonne e alle zie. Le donne vivono e dormono in stanze private, mentre gli uomini riposano in camerate comuni. Quando una coppia Moso si separa lo fa in modo naturale, senza bisogno di litigi o conflitti a causa della gestione dei figli o della spartizione dei beni.




Il ruolo del capofamiglia è ricoperto dalla donna più anziana, la Dabu, che ha il compito di proteggere e guidare la famiglia. Nonostante sia una società matriarcale, quella dei Moso

non opprime gli uomini che, al contrario, sembrano molto felici. Si prendono cura dei figli, ma anche delle sorelle e delle madri, costruiscono le case e le rendono sicure. Di fatto nei villaggi di questa popolazione c’è una perfetta distribuzione dei ruoli e un bilanciamento delle responsabilità tale da azzerare qualsiasi conflitto possibile.






Un villaggio della Cina meridionale è abitato da donne dai capelli lunghissimi, proprio come quelli della principessa Rapunzel. Le chiamano Yao Women e vivono come parte integrante di una comunità della regione del Guanxi. La tradizione si tramanda di generazione in generazione ormai da più di 2000 anni e conta un numero ristretto ma molto coeso di sole 60 donne su un totale di 400 abitanti. Ma numeri a parte, a sentir parlare di un fatto del genere verrebbe da chiedersi: come fanno a tenere puliti dei capelli così lunghi? Di certo non utilizzando shampoo o prodotti simili.




Queste principesse Rapunzel orientali seguono una tradizione millenaria che prevede il taglio dei capelli una volta soltanto, ovvero prima del matrimonio. Finché ciò non accade, la comunità femminile usa mantenere i propri capelli lisci e lunghi anche oltre i due metri. La cosa veramente impressionante è che la folta chioma viene mantenuta benissimo anche dalle signore più anziane, senza un solo capello bianco. Come è possibile tutto ciò? Li laveranno mica con shampoo e balsamo? No, affatto. Il loro unico metodo di pulizia prevede l’impiego di un rimedio del tutto naturale: il riso.



Le Yao Women lavano i loro capelli con un liquido lattiginoso che ricavano bollendo insieme acqua e riso. Da questa miscela ottengono un prodotto che rende i capelli sani, belli ed in perfetta salute: il principale beneficio è che le donne del villaggio di Huangluo non vedono un solo capello bianco fino agli 80 anni. Lungo la loro vita, la cosa principale a cui si dedicano è la famiglia, poi viene la produzione di tessuti e vestiti da vendere ai turisti: il costume delle Yao Women, non a caso, prevede che le donne indossino un particolare vestito rosso e nero che le contraddistingue e ne esalta l’aspetto.




Nonostante la maggior parte delle donne della comunità seguano questa usanza comune, non tutte le bambine sono forzatamente tenute a fare lo stesso: qualora lo volessero, anche le più piccine potrebbero tranquillamente scegliere di tagliarsi i capelli, senza per questo incorrere nell’esclusione dalla società o, ancor peggio, nel disonore. Da un punto di vista sociale, tenere capelli lunghi e neri è un buon auspicio di salute, fortuna e lunga vita.



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